L.etture A.nonime, analisi del paesaggio contemporaneo
Dal 2011, energie che incontro e scopro durante i miei spostamenti. Fotografo porzioni di paesaggio che presentano un elemento catalizzatore: la rete edile arancione, riferimento estraneo all’ambiente naturale.
L.etture A.nonime è un metodo personale per analizzare il paesaggio contemporaneo. Basato sulla fotografia, la restituzione è un punto di vista che isola una presenza, tecnicamente dopo lo scatto digitale nessuna correzione viene applicata eccetto la decolorazione con precisi parametri e ciò che rimane visibile è l’anima di un luogo antropizzato.
Di norma questa rete arancione è una delimitazione inserita nell’ambiente per segnalare attenzione ad un rinnovo, però mi domando se sia interrotto lo scopo e si è passati ad una modalità di permanenza inutile. In un istante fisso frammenti di situazioni sospese, dimenticate e spesso anonime. Torno in studio, analizzo lo scatto fotografico e lo trasformo in un elaborato altrettanto originale: ciò che rimane visibile è un indizio di energia profusa, ormai fievole, tuttavia presente.
In questo atto di lettura di altrui intenzioni per me sconosciute, ci vedo una possibilità di rinnovamento, forse è un mio riflesso. A prima vista, la presenza di una rete edile scardinata e recisa, infonde in me l’inquietante sensazione di una resa generale, di una maggioranza che non ha più la capacità, anzi la determinazione, di portare a termine un impegno per il quale tanto vigorosamente si era fatta capace. Tuttavia, coltivo una certa fiducia e considero questa analisi come esercizio per dissolvere la rete apparente, con ironia e fantasia.
L.etture A.nonime, analysis of the contemporary landscape
Since 2011, energies that I encounter and discover during my travels. I photograph portions of the landscape that present a catalytic element: the orange construction fence, a reference foreign to the natural environment.
L.etture A.nonime is a personal method for analyzing the contemporary landscape. Based on photography, restitution is a point of view that isolates a presence, technically after the digital shot no correction is applied except discoloration with precise parameters and what remains visible is the soul of an anthropized place.
Normally this orange fence is a delimitation inserted into the environment to signal attention to a renovation, but I wonder if the purpose has been interrupted and we have moved on to a useless permanence mode. In an instant I fix fragments of suspended, forgotten and often anonymous situations. I return to the studio, analyze the photographic shot and transform it into an equally original work: what remains visible is an indication of profuse energy, now feeble, yet present.
In this act of reading other people’s intentions that are unknown to me, I see a possibility of renewal, perhaps it is a reflection of myself. At first sight, the presence of an unhinged and severed building network instills in me the disturbing sensation of a general surrender, of a majority that no longer has the ability, or rather the determination, to carry out a commitment for which so vigorously she had made herself capable. However, I cultivate a certain trust and consider this analysis as an exercise to dissolve the apparent fence, with irony and imagination.