ALBUME® convivial art project ospite | guest Marco Pellegrino
CAMERA SENSIBILE | SENSITIVE ROOM
pellicola – dimensionii dell’appartamento | celluloid – apartment dimensions
Mi interessano praticamente tutti i campi della fotografia, ma le opere per ALBUME® sono realizzazioni ottenute esclusivamente in camera oscura, senza l’utilizzo di fotocamere. Il gioco non e’ solo bianco con nero, dalle stampe trasuda un colore stratificato dal tempo. Un oggetto puo’ perdere la sua primaria funzione durante gli anni; il mancato uso e’ preludio di perdita dello stesso. La sua lenta rimozione dalle azioni quotidiane dà un certo peso al tempo sedimentato tra gli oggetti. Comunque, se anche non esistesse la macchina fotografica, o l’occhio col suo meccanismo, l’oggetto manterrebbe comunque una propria anima. Con la stessa visione, estraggo la dimensione morale dagli oggetti comuni: fiori, giochi, posate. Sogni, dubbi, certezze, attimi ritornati visibili. Cristalli di pensieri ed attenzioni, di studi e abitudini. Contrasti che danno forma al passato con un metodo naturale; il processo di realizzazione di queste fotografie risulta stimolante in un’era digitale
I am interested in all fields of photography, but the works for ALBUME® are creations which are exclusively processed in a darkroom, without any cameras. The focus is not only on white with black but on prints with a color which is stratified over time. Over the years, an object can lose its primary function; its lack of usage leads to its loss. Its slow removal from everyday activities draws attention to the time which passes. Even if cameras or the eye and its mechanisms didn’t exist, the object would nevertheless retain its soul. With the same vision, I remove the moral dimension from common objects: flowers, toys, cutlery. Dreams, doubts, certainties, moments that return visible. Crystals of thought and interests, studies and habits. Contrasts that give shape to the past in a natural way; in a digital age, the process of making these photographs is stimulating
Non ho mai avuto un genere di elezione, viaggio piuttosto che ritratto o paesaggio, anzi la catalogazione in un certo senso mi spaventa. In seguito alla nascita di mio figlio il tempo si è ridotto, da qui l’interesse a lavori di celebrati autori che si compivano nella fioca luce della camera oscura senza il tradizionale “scatto” fotografico. Dovendole descrivere le chiamerei “Nature Morte” (d’altronde il mio ingranditore nella sua vita precedente stampava ricordini di defunti)
I’ve never had a method of choosing, I travel rather than create portraits or landscapes, cataloging scares me in a certain way. Following the birth of my son, time has been condensed, hence my interest in the work of celebrated authors made in the dim light of a darkroom without the traditional photo “click”. Obliged to describe them I call them “Nature Morte” (still life) (after all, in its previous life my magnifier printed memories of the dead)